-Core
Atlas
Pieralberto Valli
Ribéss Records
Pubblicato il 10/02/2017 da Lorenzo Becciani
Songs
1. Atlantide
2. Falso ricordo
3. Frontiera
4. I nostri resti
5. Il rumore del tempo
6. Cosa rimane
7. La nona onda
8. Esodo
9. Non siamo Soli
10. L’avvento dei futuri
Songs
1. Atlantide
2. Falso ricordo
3. Frontiera
4. I nostri resti
5. Il rumore del tempo
6. Cosa rimane
7. La nona onda
8. Esodo
9. Non siamo Soli
10. L’avvento dei futuri

Una rivelazione assoluta il debutto solista di questo artista – tra l’altro esaltato dallo splendido progetto grafico di Johanna Invrea basato su un’opera di Erich Turroni - che avevamo già apprezzato per l’acutezza del romanzo ‘Finchè C’è Vita’ e l’esperienza nei Santo Barbaro (autori del magnifico ‘Navi’ ma anche dell’esperimento ‘Geografia Del Corpo’). Per rendersi conto del talento e dell’intelligenza con cui cantautorato, lirismo di spessore e elettronica sono stati fusi insieme sarebbe sufficiente ascoltare ‘Atlantide’ o ancora meglio godere delle immagini del prezioso video di Loredana Antonelli che vede protagonista una bellissima Chiara Orefice. Una traccia mostruosa che, qualora fosse stata pubblicata nella loro lingua da Radiohead o Sigur Rós, sarebbe divenuta una hit mondiale in men che non si dica. Personalmente, oltre ai dichiarati retaggi di ‘Amnesiac’ e ‘Kid A’ ed un amore viscerale per il trip hop di Massive Attack e Portishead, scavando a fondo nella scaletta ho trovato elementi di continuità con Diego Buongiorno (The Bush), Birthh (‘Born In The Woods’) e Nicolas Jaar (‘Space Is Only Noise’) ovvero tre artisti totalmente differenti tra loro, che in un modo o nell’altro stanno plasmando la musica di oggi. Le collaborazioni con Franco Naddei (arrangiamenti, synth e elettronica) e Valeria Sturba (violino e theremin) arricchiscono una scaletta raffinata nella quale si distinguono ‘Falso Ricordo’, ‘Il Rumore Del Tempo’ e l’accoppiata conclusiva formata da ‘Non Siamo Soli’ e ‘L’Avvento Dei Futuri’. Il bagno di elettronica a cui si è sottoposto Pieralberto Valli non ha intaccato il suo fervore compositivo anzi lo ha alimentato rendendo la sua proposta ancora più incisiva ed aperta a tutti. Le linee di pianoforte potrebbero appartenere a qualche artista neo-classic, i frangenti più prossimi al r&b omaggiare James Blake ed i beat più lascivi volere incorniciare una visione futuristica e illuminata che distingue l’autore dal novanta per cento della concorrenza. Un altro pezzo chiave è senza dubbio ‘Frontiera’, tratto dal testo omonimo di Luca Barachetti, per cui Roberto Rup Paolini ha girato un altro video con riprese mozzafiato. Se tutto ciò non bastasse vi consiglio di immergervi nei testi, abusare di ‘I Nostri Resti’ oppure ‘Cosa Rimane’, lasciarvi andare ad un incedere decadente eppure mai pessimista, un viaggio iniziatico che vi porterà lontano. Un viaggio, appunto, da vivere fino in fondo.

 

Pieralberto Valli
From Italia

Discography
Atlas (2017)