‘Xenocide’ è un album che attendevo con ansia per rendermi conto di quanto il cambio di line-up avesse influito sull’efficacia in studio degli australiani. Devo ammettere di avere amato il precedente ‘Tyrant’ ed essere rimasto piuttosto deluso quando Colin Jeff si è fatto da parte ed è stato sostituito da Mark Poida. Un cantante molto diverso ed un frontman chiamato a consolidare l’attività live di una band che nel giro di un paio di full lenght aveva saputo catturare l’interesse delle label più importanti e del pubblico oltreoceano. Adesso possiamo dire che tutto è azzerato, gli Aversions Crown sono una realtà quasi completamente nuova e, tra retaggi deathcore o semplicemente metalcore, semmai è rimasto l’elevato profilo tecnico dei chitarristi Chris Cougan e Kevin Butler a caratterizzare le nuove canzoni. Dopo l’EP ‘Erebus | Parasites’ e l’anteprima di ‘Ophiophagy’ l’impatto con la scaletta è con una serie di episodi piuttosto quadrati e intricati. ‘Void’, ‘Prismatic Abyss’ e ‘The Souless Acolyte’ sarebbero sufficienti per porre gli Aversions Crown su un livello superiore a buona parte della concorrenza e giustamente Nuclear Blast ha spinto perché il mixaggio e la masterizzazione del materiale venissero curati da Mark Lewis (DevilDriver, The Black Dahlia Murder) ovvero una garanzia del settore. In un certo senso ‘Xenocide’ è più orientato verso il mercato a stelle e strisce e Mark Poida mostra il fatto suo in passaggi quali ‘The Oracles Of Existence/Cynical Entity’ e ‘Misery’. Mi auguro che la ritrovata stabilità possa portare benefici e soprattutto permetta di godere dal vivo di tanta edulcorata violenza.