È sufficiente ascoltare 'Þjáning Heillar Þjóðar' per rendersi conto che gli islandesi possiedono un'urgenza superiore alla media in un ambito musicale che da almeno quindici anni a questa parte è stato avvilito da mancanza di idee e frammentazione della scena. In una terra che di recente ha generato realtà avvincenti come Sólstafir, Kontinuum, Momentum e Misþyrming, gli Auðn si distinguono per la capacità di creare atmosfere epiche e malsane, soffocanti, sorrette da riff grandiosi e descritte in maniera puntuale dalla visione oscura di Víðir Þrastarson. A tratti sembra di ascoltare i Vintersorg oppure i Negur? Bunget vista la natura melodica di certi passaggi. Poi però i ragazzi di Hafnarfjörður sviluppano un approccio più aggressivo e con 'Undir Blóðmán' e la traccia omonima raggiungono altri due apici considerevoli. Impressionante il guitar work e la performance dietro le pelli di Sigurður Kjartan Pálsson mentre la costruzione delle parti vocali può ancora essere migliorata. É lecito comunque attendersi un nuovo full lenght pubblicato da un'etichetta prestigiosa e di conseguenza un budget per la registrazione e la produzione decisamente più elevato.