Col passare degli anni la formula dei sudafricani sta diventando inevitabilmente indolente a causa della ripetizione sistematica di alcune soluzioni ma devo ammettere che i tre fuori di testa si difendono ancora piuttosto bene. Rispetto a ‘Donker’ Mag’ questo nuovo album segna un prepotente ritorno all’hip hop, anticipato anche dal dissacrante mixtape ‘Suck On This’, mentre le basi elettroniche di DJ Hi-Tek, responsabile della produzione con tanto di egocentrico soprannome divino, sono meno interessanti di un tempo. In certi episodi è evidente il tentativo di riappropriarsi delle proprie origini da parte di Watkin Tudor Jones che ha recuperato il flow di quando militava nei MaxNormal.TV o nei The Constructus Corporation. Il primo singolo estratto da ‘Mount Ninji And Da Nice Time Kid’ è anche il migliore. Nel micidiale post-rave pop ‘Gucci Coochie’ troviamo le labbra e la voce delicata di Dita Von Teese e, aspettando che salti fuori nuda da qualche vasca piena di sapone, ci imbattiamo in un paio di skit che vedono protagonista Lil Tommy Terror, rapper di sei anni la cui identità verrà indagata in rete nelle prossime settimane. In scaletta troverete anche Sen Dog dei Cypress Hill in ‘Shit Just Got Real’ e Jack Black che si diverte come un matto a declamare le regole dei ratti. Un altro discreto passaggio risponde al titolo di ‘Fat Faded Fuck Face’ che scava nel gangsta rap e nel g-funk di provenienza statunitense. Il resto è il solito delirio edm e trap con Anri du Toit, meglio conosciuta come Yolandi Visser, strepitosa in ‘Daddy’ ma decisamente meno in mostra in confronto ai precedenti full lenght. Le voci di scioglimento vengono smentite e rilanciate a ritmo impossibile da decifrare e forse i Die Antwoord hanno capito che lasciare all’apice sarebbe meglio che vedersi rotolare nell’anonimato. ‘Mount Ninji And Da Nice Time Kid’ è un lavoro in studio godibile ma non certo il migliore della loro discografia.