Un gioiello di elettronica e neoclassica quello che ci regala l'artista e sound designer tedesco conosciuto dai molti come Hecq. Le malinconiche note di un pianoforte, strumentazione analogica, idm e una batteria mai invasiva caratterizzano quaranta minuti di musica cinematica e profonda che si inserisce nel filone che ha visto protagonisti assoluti Ólafur Arnalds, Federico Albanese e Nils Frahm che si è occupato del mastering. Giusto il tempo di fissare le oscure architetture in copertina e 'The Veil ci trascina nei meandri di un suono che deve molto anche Autechre e Rival Consoles ma spicca ugualmente per personalità. Le atmosfere sono subito oscure e 'Nocturne 4’ ribadisce questa tendenza prima della straordinaria 'Sleepers Beat Theme'. A quel punto è difficile distogliere lo sguardo e rendersi conto di essere al cospetto di qualcosa di reale e concreto oppure estremamente sognante. L'immaginario creato ad arte dall'autore è avanti anni luce e vi assicuro che non troverete nient'altro del genere in circolazione. A qualcuno piaceranno ‘Golden Times 1’ e ‘Keep Watch’, altri invece si lasceranno trasportare da 'Selene' ma la verità è che il successore di ‘Gravity’ rapisce nella sua complessità, nell'approccio globale ad un genere che unisce vecchie e nuove generazioni, approfittando delle recenti tecnologie di produzione ma senza tradire i classici. Alla mirabile resa sonora contribuiscono il batterista Achim Färber, il violoncellista Anton Peisakhov e l'arpista Lara Somogyi.