Il post rock non è un genere semplice. Non puoi ascoltare le band che si cimentano in questa particolare dimensione in modo disattento o poco interessato, perché si rischierebbe di svilire l’enorme lavoro di ricerca e di passione che c’è dietro la musica suonata da artisti che non sono per nulla banali o poco attenti al particolare. I Toundra, band madrilena di lungo corso, sono giunti con “Hex” al loro ottavo lavoro sulla lunga durata. Questo disco è sorto nel 2020, in piena pandemia, ed ha portato i musicisti a scriverlo e registrarlo in condizioni insolite, dopo aver capito che non vi era opportunità di poter suonare la propria musica in tour. Insomma, uno status tipico per gran parte dei gruppi che, visto i tempi tristi, hanno volontariamente deciso di chiudersi in studio o nelle proprie stanze per poter dare alla luce nuova musica da condividere con i fan. In tutto questo il post rock messo in atto dagli spagnoli è un vero e proprio viaggio, lungo ed intrigante, affascinante e pieno di ostacoli. Bisogna, come anticipato in precedenza, essere nello stato giusto per farsi trasportare da un muro di note che non hanno mai una soluzione unica. Il lato A del disco è composto da una sola traccia (“El Odio” divisa in tre parti) che parte lentamente per poi allargarsi e dipanarsi in modo viaggiante e malinconico, grazie al suono possente delle chitarre. Non vi è cantato, visto che qui il disco è tutto strumentale, ma questo non dà meno valore alla qualità dei pezzi, dal momento che “Ruinas” o “Fin” sono brani accattivanti e pieni di forza emotiva. Insomma, il post rock è sempre vivo e vegeto anche nel 2022 e band come i Toundra ce lo ricordano chiaramente con “Hex” che si candida ad essere un gioiello del genere.