È curioso come due dei dischi più belli dell’anno, a detta sia dalle riviste specializzate e dalle webzine davvero lungimiranti sia da quelle che seguono i trend come il sottoscritto segue le belle donne, siano derivati allo stesso modo da due forme di interpretazioni folli e moderne della musica hardcore. Sia gli Idles che i Turnstile, nati come sorta di collettivo nei bassifondi di Baltimora, si prendano la libertà di inserire tutto quello che desiderano nelle loro canzoni, dall’hip hop al post-punk, dal pop dichiaratamente commerciale alla violenza più pura. Eppure i loro dischi sono diversi. Gli Idles sono quanto mai inglesi ed i Turnstile quanto mai americani. Alla fine ci piacciono proprio per questo. ‘Glow On’ non è il loro primo album, avevano già dato alle stampe ‘Nonstop Feeling’ nel 2015 e ‘Time & Space’ nel 2018, ma sostanzialmente si tratta del cosiddetto turning point in carriera. La produzione, supervisionata da Mike Elizondo (Eminem, 50 Cent), è stata provata e riprovata, soprattutto con l’EP ‘Turnstile Love Connection’ accompagnato da un cortometraggio del frontman Brendan Yates, e le collaborazioni con Blood Orange per ‘Alien Love Call’ e con Julien Baker per ‘Underwater Boi’ hanno sicuramente aiutato la promozione. I suoni sono molto anni ‘90, a tratti sembra di sentire i Beastie Boys, i Faith No More o gli Helmet, e il tessuto strumentale è invaso di retaggi crossover/nu metal che rendono l’ascolto elettrizzante. Insomma, ‘Glow On’ è un disco della madonna e dovete farlo vostro a tutti i costi.