I norvegesi affermano di doversi trattenere dall’affondare, in una situazione drammatica come quella che stiamo vivendo come dare loro torto, ma soprattutto danno alle stampe un terzo lavoro in studio a dir poco bestiale! Qui non si tratta di metalcore o metal melodico e non si tratta nemmeno di essere cresciuti in una scena musicale attiva e vibrante come quella norvegese. La realtà è che gli Halcyon Days hanno semplicemente una valanga di idee ritmiche e le sfruttano al massimo delle loro possibilità grazie ad un cantante del talento di Robbe Madsen e collaborazioni importanti come quelle che con Daniel Bergstrand, Fredrik Thordendal e Henrik Udd. In rete ho letto paragoni con formazioni del calibro di While She Sleeps, Architects e Counterparts ma, in tutta sincerità, li trovo fuori luogo. Siamo infatti al cospetto di cinque ragazzi che non vogliono copiare nessuno e se ne fregano in maniera evidente della continua diatriba tra metalcore europeo, statunitense e australiano. Tre modi di vedere che non collimano e che spesso condizionano scelte in termini di suoni e arrangiamenti. ‘Keep Myself For Sinkin’ può vantare invece una produzione strabordante, in perfetto equilibrio tra elettronica e metal, e pezzi come ‘Hands Of Time’, ‘Shadows’ e ancora ‘Collapsing Walls’ e ‘Sleepwalking’ in grado di assestare dei colpi a freddo niente male. La prestazione dietro le pelli di Eirik Løvås Bjerke è eccezionale, il basso di Steffen Johansen in grande evidenza nel mixaggio ed il guitar work di André Sørensen e Ulrik Linstad da leggere nell’ottica di un’interpretazione “post” di tutto quello che conosciamo in ambito metalcore.