Sono rimasto davvero colpito e per certi versi spiazzato dalla ricerca storico-culturale degli ucraini che hanno assemblato un vero capolavoro di heavy metal, cupo, belligerante, sprezzante odio ma allo stesso tempo inclassificabile. L’unico modo infatti di catalogare i 1914 è quello di rifarsi alla Prima Guerra Mondiale, perché per loro la seconda non è mai esistita ma è stata solamente una prosecuzione del conflitto precedente, e gli elementi doom, death e black servono più che altro a narrare la storia e settare gli standard atmosferici. L’intensità viene prima della forma, l’omaggio agli eroi che sono riusciti a non perdere la vita sul campo di battaglia viene prima di qualsiasi considerazione politica. Questo rende gli autori di ‘Eschatology Of War’ e ‘The Blind Leading The Blind’ estremamente unici e la produzione rispetto al passato si è evoluta al pari della complessità degli arrangiamenti. La speranza è che la presenza di Nick Holmes dei Paradise Lost, strepitoso nella tetra ‘...And A Cross Now Marks His Place’, catalizzi l’attenzione su questa band di assoluto valore che merita di essere conosciuta al di fuori dell’Est Europa, anche in un periodo come questo dove è difficile organizzare anche il più piccolo tour. A metà scaletta la ballata folk ‘Cowards’ sorprende l’ascoltatore e gli lascia tirare il fiato prima di una serie di mazzate imperiose come ‘Mit Gott Für König Und Vaterland’, non lontana da certe cose dei Dimmu Borgir, e ‘The Green Fields Of France’, aperta da una straziante fisarmonica che prelude all’abominio assoluto.