I dettagli sono importanti e per questo, mentre le prime note del disco si liberano nell’aria, mi soffermo su alcune sfumature del libretto interno e vengo colpito da una frase dell’artista: “Clara Wieck, una giovane di straordinario talento, viveva nella proiezione più convinta della propria vocazione artistica”. In questa frase non c’è soltanto uno dei principi ispiratori di questa opera ma anche una fonte certa di riflessione per musicisti che pubblicano il proprio materiale e addetti ai lavori che lo giudicano o lo promuovono. La metà del Duo Nadàn, negli ultimi tempi impegnato in studi sulle musiche di H. von Herzogenberg e J. Brahms, si è messa in gioco con cinque opere giovanili di Clara Wieck, compositrice tedesca che secondo l’esecutrice rappresenta un grande esempio di modernità anche se fatica a trovare un degno riconoscimento. Oltre a quello puramente tecnico, l’aspetto più interessante del disco a mio parere sta nella capacità della Tirino, docente dell’Accademia Musicale di Firenze, di rendere omaggio alla moglie di Robert Schumann assecondandone l’istinto sperimentale e spingendo l’ascoltatore ad un livello di intimità veramente notevole, con le note del pianoforte. La scaletta viene inaugurata da una magnifica sonata in Sol minore, composta tra il 1841 ed il 1842 e pubblicata per la prima volta soltanto nel 1992. Seguono romanze e serate musicali fino all’epica conclusione che spetta a ‘Souvenire de Vienne’, una serie di variazioni sul ‘Kaiser Quartett’, scritto da Haydn in onore dell’imperatore Francesco d’Asburgo nel 1797. Un’immersione nella musica classica ma anche uno strumento potente per sfuggire alla realtà di oggi.