Un secondo full lenght di grande sostanza per gli svedesi che si sono inseriti a modo loro nel circuito metalcore europeo, mostrando coraggio in alcune scelte ma allo stesso tempo inevitabili legami con la scena death del proprio Paese. L’incedere marziale della batteria di Johan Blomberg è un tratto immediatamente distintivo del suono della band. Quando partono i breakdown più feroci, il mixaggio a cura di Buster Odeholm (Vildhjarta, Humanity's Last Breath) viene esaltato in maniera evidente, mentre quando è la melodia a serpeggiare tra una base ritmica e un cambio di tempo allora non si può non pensare ai capolavori che tutti conosciamo di Dark Tranquillity o In Flames. Quella è la storia e difficilmente i Forgetting The Memories la riscriveranno però la scaletta non presenta cali di tensione ed a livello di dinamiche il disco è davvero spaventoso, soprattutto grazie al guitar work di Gustav Holst e Adrian Lyxell. Un passo avanti notevole rispetto all’esordio ‘Monophobia’ ed al mini ‘Known Darkness’, entrambi ricchi di spunti interessanti però abbastanza acerbi in termini di produzione, ed un’altra formazione scandinava da tenere sotto stretta attenzione. L’inquietudine che si trasforma in violenza per voce di Bastian Kempe e Lukas Löken Olsson.