Nel corso degli anni più volte mi è stato chiesto il motivo per cui scrivessi su riviste come Classix! o Classic Rock, legate già dal nome ad un'impostazione se non retrograda comunque nostalgica. Dare una risposta credibile non è sempre stato semplice anche perché non ho mai fatto niente per nascondere il mio atteggiamento progressista, sia nella tipologia di ascolti che nel modo di scrivere. A volte però ho trovato dei dischi che mi hanno aiutato a non fare brutte figure e 'Tricks On My Mind' è uno di quei dischi. Il vero motivo per cui scrivo per i suddetti periodici è che escono dei dischi come 'Tricky On My Mind' e che in circolazione ci sono band come gli Sweet Crisis. Non le cover band, non gli scimmiottatori, non i Greta Van Fleet che non farebbero paura nemmeno a mio figlio di cinque anni, non chi scopiazza e basta senza aggiungere alcunchè di personale. Sono sufficienti pochi istanti per capire che in queste tracce troveremo tanto di Humble Pie, Free, Bad Company, John Mayall & The Bluesbreakers e Led Zeppelin ma la voce di Leo Robarts non è macchiata di derivazione, i riff di Piers Mortimer non possono essere tacciati di puro revisionismo e la sezione ritmica, formata da Matt Duduryn e Joe Taylor, spacca il culo davvero come se il tempo si fosse fermato e fossimo negli anni '70 ad aspettare in fila fuori da un locale di Londra mentre il gruppo che suonerà la sera sta ancora facendo le ultime prove. Al di là dei titoli (‘One Way Traffic’, ‘Black Magic’ e ‘Living Life On The Edge’), qui c'è anima, passione, voglia di rock n' roll, di blues e di quel sudore che solo la musica dal vivo ti può regalare. Qui ci sono anche Don Airey (Deep Purple, Rainbow) e Sarah Brown (Pink Floyd) e pure questo non guasta.