Dopo l’ascolto di quest’album non potrete che essere invogliati a visitare qualche isola del Pacifico del Nord e finirete per rivalutare la musica tropicale. Non parliamo di un artista residente, visto che Dan Barbenel si destreggia con abilità tra Glasgow, Bruxelles e Los Angeles, e nemmeno convenzionale, considerato che ama in maniera ossessiva i messaggi nelle bottiglie e odia i social network. Boicottarli di questi tempi appare alquanto coraggioso ma un pizzico più facile per chi possiede una naturale dote comunicativa. Scorrendo le tracce di ‘North Pacific’ non verrete colpiti infatti tanto dal suono o dal songwriting quanto dalla capacità dell’autore – accompagnato dal percussionista Yannick Dupont e dal bassista Quentin Manfroy - di arrivare al cuore di chi ascolta e trasmettere emozioni anche brevi ma molto intense. Il fondatore dei Black Light Orchestra, attivo anche con Momus e varie compagnie teatrali, deve avere imparato molto dall’esperienza di strada vissuta assieme a Damien Rice e così, prima di dedicarsi alla pop opera ‘Donuts’, ha registrato tredici tracce, mixate da Alex Davidson, in grado di distogliere, almeno per qualche ora, i pensieri dai media, dal terrorismo e dall’emergenza sanitaria. Un disco da gustare come un aperitivo analcolico sotto un ombrellone in una spiaggia desolata.