‘Something That You Feel Will Find Its Own Form’ non è soltanto il debutto discografico del trio originario di Sydney – ristampato per l’occasione da Bird’s Robe Records in occasione della serie di uscite legate dal decimo anniversario - ma uno dei dischi interamente strumentali più interessanti usciti nello scorso decennio. Il motivo è piuttosto semplice. I Dumbsaint infatti non hanno scelto di misurarsi su trame progressive eccessivamente complesse o al contrario dilatare le proprie atmosfere su territori post-rock sognanti o nebulosi. Il loro approccio compositivo è deliberatamente organico e oscuro e, sebbene la tecnica dei tre musicisti in questione sia notevole, la trasportabilità dal vivo dei pezzi viene prima di qualsiasi altra cosa. Questo comporta che l’ascolto si riveli adatto sia agli appassionati del genere ed a coloro che amano i dettagli più raffinati della musica ambient minimalista sia a chi non ha mai ascoltato prima d’ora un album senza parti vocali e desidera provare qualcosa di alternativo senza perdere troppo di vista lo spirito rock. Il fatto che i Dumbsaint si siano formati per l’amore reciproco per la musica sperimentale ma soprattutto per le colonne sonore ha fatto sì che i successivi sviluppi si siano diretti verso una direzione sonora ancora più cinematica.