Ho intervistato tante volte Fenriz in carriera e parlare con lui, per un motivo o l’altro, è sempre stato interessante. Per un certo periodo il suo distacco dal black vecchia scuola era apparso abbastanza repentino e confuso. Non tutti avevano capito e non tutti riuscivano ad immaginarsi i Darkthrone in versione differente da quella di ‘A Blaze in the Northern Sky’ e ‘Transilvanian Hunger’. Con il passare degli anni e degli album il concetto di heavy metal, a forti tinte NWOBHM, macchiato di nero dei norvegesi è diventato più chiaro ed efficace. Il successore di ‘Old Star’ propone cinque tracce per quarantacinque minuti che riflettono l’amore di Fenriz per Candlemass, Celtic Frost e Bathory. I suoni che lui e Nocturno Culto hanno pensato per questo nuovo capitolo della loro carriera procedono ancora più indietro alla nascita del death e del black e si rifanno alla musica anni '70. La produzione è polverosa quanto basta e ‘Hate Cloak' e ‘Voyage To A North Pole Adrif’ sono due gemme oscure di oltre nove minuti di durata ciascuna che vi riporteranno indietro nel tempo e sapranno trasmettervi la necessaria urgenza metallara di cui avete ancora un forte bisogno. La resistenza underground promossa dal duo ha poco a che vedere con la scena anni ‘90, con l’Inner Circle e con le diatribe tra le formazioni classiche del black ma quando ‘Lost Arcane City Of Uppakra’ sfumerà nel silenzio avrete voglia di ripetere un viaggio tanto epico.