Andrò in controtendenza però sono rimasto abbastanza deluso dal successore di ‘Magma’. Sarà che dopo cinque anni mi aspettavo un lavoro in studio che si assestasse almeno sui medesimi livelli qualitativi oppure che la nuova produzione di un Joe Duplantier ormai “americanizzato” non mi fa impazzire, ma queste canzoni non sono riuscite a trasmettermi le medesime emozioni che avevo provato in passato. Il grado di sperimentazione dei francesi è sempre elevato e di sicuro il quartetto rimane una delle proposte più originali e innovative in ambito metal degli ultimi anni. Quando però ci si imbatte in pezzi come ‘The Chant’ o ‘Hold On’ sembra che la band abbia voluto spingersi un po’ oltre, misurandosi su territori in cui non è all’altezza delle icone che desidera imitare. Avviene così che il salto qualitativo tra ‘Born For One Thing’, ‘Amazonia’ - bellissimo esperimento con la tribalità dei Sepultura di ‘Chaos A.D.’ e ‘Roots’ – e ‘Grind’ ed il resto del materiale risulti eccessivo e fastidioso. L’album è stato mixato da Andy Wallace (Rage Against The Machine, Slayer) e la fortezza, sia materiale che spirituale, evocata col titolo probabilmente si percepirà in maniera più evidente quando gli autori di ‘From Mars To Sirius’ e ‘The Way Of All Flesh’ potranno tornare in tour.