Dopo un po' di sano black metal, la domenica prosegue con un disco di vera rottura. Un disco costruito su melodie eteree, sonorità spirituali e cinematiche che segnano l'esordio solista della cantante che ricordiamo come Wild Belle. Inutile dire che Natalie Bergman è di una bellezza spropositata ma la sua voce non è certo da meno e la scaletta, autoprodotta e mixata in solitudine, è costruita su pezzi che rapiscono l'attenzione a poco a poco, svelando sfumature elettroniche e strumentali sempre nuove e mostrando una tendenza alternative pronunciata. Aprono le danze 'Talk To The Lord', narrazione gospel e testo toccante, e 'Shine Your Light On Me', che riporta alla mente le colonne sonore di alcune serie televisive americane degli ultimi anni. A tratti 'Mercy' scivola in atmosfere anni '60 e pare che le parti vocali siano state registrate con quei microfoni giganteschi che usavano le vecchie radio. In altri frangenti l'artista nativa di Chicago, che canta spesso del Paradiso e afferma quanto sia cruciale la fede per la sua esistenza, si apre a disegni melodici di stampo più moderno, che non sfigurerebbero nei dischi di donne di successo come Angel Olsen o Phoebe Bridgers. Nel complesso però i ritmi sono più blandi e l'impressione è che 'Mercy' sia solo l'inizio di un avvincente percorso tra pop e religione.