Al di là del titolo che lascia poco spazio alle interpretazioni, 'Mountain Of Sugar' è un vero disco rock. Scritto da musicisti che sanno cos'è il rock. Prodotto come si deve produrre un disco rock. In tempi nei quali il revival impera e spesso concede visibilità a spazzatura che, non fosse per questa fastidiosa rincorsa al vintage a tutti i costi, non sarebbe mai stata considerata, un disco come questo fa veramente tirare un respiro di sollievo. Non è un caso che esca per The Sign Records, un'etichetta che può vantare nel proprio catalogo formazioni come Märvel, Demon Head, Hällas e Grande Royale. Di sicuro anche nel quartiere generale di Linköping avranno assaporato la possibilità di ripetere un'operazione come quella di Nuclear Blast con i Blues Pills, viste le spiccate influenze blues degli Heavy Feather e la bellezza ed il talento di Lisa Lystam ma, ripeto, 'Mountain Of Sugar' è un vero disco rock. Scritto da musicisti che sanno cos'è il rock. Prodotto come si deve produrre un disco rock. Dobbiamo tenerceli stretti questi dischi, gustarceli a tutte le ore, consumare il vinile a forza di passarci sopra la puntina del giradischi e poi essere costretti a trovarne un'altra copia, magari a qualche mercatino dell'usato. Le atmosfere sono in bilico tra la fine degli anni '60 e la prima metà degli anni '70, i riff di Matte Gustafsson richiamano alla mente icone come Free, Cream o Humble Pie e l'impianto melodico è stato raffinato rispetto a 'Débris & Rubble'. Anche stavolta la produzione è stata curata da Erik "Errka" Petersson, al No Regrets Fonogram Studio di Stoccolma, ed il mastering è stato affidato a Magnus Lindberg dei Cult Of Luna.