Sono del parere che Fabban, ex bassista dei Funeral Oration, abbia trovato con gli Aborym una dimensione artistica ottimale ed il fatto che ogni disco sia migliore del precedente dimostra che il suo estro e la sua determinazione non sono stati minimamente intaccati dallo scorrere del tempo. Stiamo parlando di una delle realtà italiane più competitive all’estero e ‘Hostile’ può vantare una delle produzioni più coraggiose di sempre. La collaborazione con Keith Hillebrandt, in passato a servizio di David Bowie e Nine Inch Nails, ha spinto il progetto su vette qualitative ancora più alte ed il mixaggio a cura di Andrea Corvo permette di godere di tutte le influenze di un suono che, senza dimenticare o mettere da parte le radici black metal, brucia di una forte indole sperimentale ed elettronica. L’evoluzione industriale, partita con ‘Shifting.Negative’ e poi sviluppata con i tre volumi di ‘Something For Nobody’, ha raggiunto il suo apice e, drammaticamente, l’immagine di uno scheletro di pesce in copertina descrive bene lo stato del mondo attuale, vessato dalla pandemia e dal disastro ambientale. ‘Nearly Incomplete’ e ‘Hars And Educational’ sono due pezzi incredibili ma pure ‘Stigmatized (Robotripping)’ e ‘The Pursuit Of Happiness’ danno la misura di quanto sia cresciuta la band in questi ultimi anni.