Non ho la minima idea di cos'abbia portato El, Claire e Max a suonare un ibrido tra post-rock e doom strumentale, invece di darsi alla trap oppure al pop per scalare le classifiche. Se guardate in faccia i ragazzi londinesi, sembrano usciti da qualche film adolescenziale o da serie televisive come Stranger Things, eppure i ragazzi affrontano la materia con una personalità che si fa fatica a trovare in formazioni affermate e con anni di carriera alle spalle. Fin dall'iniziale 'Journey Through The Twilight Desert', si percepisce un'urgenza progressive che probabilmente verrà sviluppata con i prossimi album ma ciò che rende interessante quest'opera prima è il fatto che di minuto in minuto appaiono evidenti alcune influenze - 'Feast At half Light City' sembra sul serio un mix tra Mogwai e Sleep come suggerito in fase di presentazione del disco - ma non si ha mai l'impressione di una forte derivazione da qualcuno. Le registrazioni si sono svolte presso i No Studio di Manchester, sotto la supervisione di Joe Clayton dei Pijn, e 'I Remember Everything' è l'apice assoluto di una scaletta che potrebbe rappresentare la scintilla in grado di accendere un fuoco imponente e duraturo. Sulla loro pagina BandCamp si legge “telling stories with sound”. Una descrizione amabile di un percorso non semplice da affrontare.