Credo che stavolta sia doveroso fare i complimenti a chi manda avanti Art Gates Records – nel catalogo della label spagnola troviamo tra gli altri [In Mute], New Disorder e Lined - perché in pochi avrebbero scommesso sugli autori di 'Atlas Construct', soprattutto dopo aver cambiato non uno ma due chitarristi, circa tre anni dopo l'uscita del debutto. Gli olandesi, nati dalle ceneri dei Semiazas, sono cresciuti in maniera esponenziale e adesso il loro progressive death metal è un formidabile concentrato di elementi moderni, soluzioni tecnologiche e groove con l'altro chitarrista Daniel de Coninck ed il bassista-cantante Ruben Willemsen come principali artefici dei succitati progressi. 'In Statis' e 'Dusk' introducono l'ascoltatore nei meandri di un sound cupo ma mai ossessivo; al contrario le ritmiche sono sempre varie e le influenze djent e metalcore danno un tocco di freschezza al tessuto strumentale, per il resto piuttosto anni '90. Appare evidente che gli Xeno abbiano ascoltato gruppi come TesseracT, Periphery e Meshuggah, ma la loro proposta è assolutamente personale ed in scaletta non vi è traccia di filler o cali di tensione. A tal proposito è sul serio difficile individuare una traccia che possa descrivere l'album oppure rappresentare al meglio il sound attuale del gruppo. Se avessi una pistola puntata alla tempia risponderei la title track, probabilmente solo per il fatto che essendo tredici minuti si rivela una presentazione più ampia e corredata del viaggio sonoro che intraprenderete con 'Sojourn'.