Nel marzo del 2014, Selim Lemouchi ha deciso di lasciarci e proseguire fino in fondo il percorso terreno di devozione a Satana. Con lui non se n’è andato solamente un grande musicista ma un uomo brillante e dotato di rara sensibilità. Assieme a sua sorella Farida, ha dato vita ai The Devil’s Blood regalando a tutti gli appassionati di musica dischi incredibili come ‘The Thousandfold Epicentre’ e ‘III: Tabula Rasa Or Death And The Seven Pillars’, ancora oggi sottovalutati. Dopo aver trascorso molti anni in solitudine, a parte qualche collaborazione di poco conto e l’EP di cover con i The White Faces, Farida Lemouchi ha deciso di rimettersi in gioco con un progetto commissionato dal Roadburn Festival, che nel giro di un paio di anni si è trasformato in un disco emozionante. Quando ho avuto modo di ascoltare ‘Mourning Haze/Drops Of Sunlight’ non ho faticato a riconoscere il talento vocale fuori dal comune dell’artista olandese ma è solo adesso che ‘Through The Hollow’ ha preso forma che posso veramente affermare la grandezza dei Molasses. Il moniker è preso dall’ultima traccia di ‘Earth Air Spirit Water’ ed al suo fianco troviamo ancora il bassista Job van de Zande ed il chitarrista Oeds Beydals. Un po’ come se i The Devil’s Blood si fossero riformati con l’aiuto del chitarrista Ron van Herpen (Astrosoniq), del batterista Bob Hogenelst (Birth Of Joy) e del tastierista Matthijs Stronks (Donnerwetter). Le linee melodiche ipnotiche sono quelle, l’amore per l’occulto idem, ma è chiaro che sono trascorsi molti anni che Selim non è più tra noi. Ciò non impedisce di godere del rock psichedelico della title track e di ‘Formless Hands’, entrambe oltre i dieci minuti di durata, e della produzione organica di Pieter G. Kloos. La voce è magnifica come sempre e la speranza è che i Molasses possano sul serio diventare un gruppo vero e proprio.