Il terzo album di Alicia Bognanno, ex assistente di Steve Albini agli Electrical Audio di Chicago, desidera essere disperatamente grunge in un momento in cui il grunge non esiste più. Ed è proprio in questa sua testardaggine, derive pop comprese, che ha il suo punto di forza e riesce a ritagliarsi uno spazio importante nel catalogo della storica etichetta di Seattle. La produzione di John Congleton fa la differenza – non certo una novità considerato ciò che ha saputo fare di recente per Angel Olsen, Amanda Palmer e This Will Destroy You – ma tutto sembra congegnato nel migliore dei modi: dal contributo di Wesley Mitchell e Zach Dawes, attivo pure con Sharon Van Etten e Lana Del Rey, al video di ‘Where To Start’ che permette di calarsi immediatamente nelle atmosfere care all’autrice. L’urgenza di ‘Add It On’, ‘Every Tradition’ o ‘Not Ashamed’ sorprende, ‘Stuck in Your Head’ sembra un pezzo delle Sleater Kinney ma anche tracce più lente quali ‘Prism’ e ‘Come Down’ o ancora l’inquietante ‘Hours And Hours’, ispirate dal lavoro per la colonna sonora di Her Smell con Elisabeth Moss, riescono ad ottenere una rapida connessione con l’ascoltatore. Gli occhi dolci di Alicia sembrano quasi contrastare con il suo disturbo bipolare ma quando si accendono gli amplificatori una serie di scariche di energia mettono tutto a posto. Ai suoni ha dato colore pure Graham Walsh (Metz) e non è male nemmeno la definizione “come i My Bloody Valentine dopo tre doppi espressi”. Funziona proprio come funziona ‘Bully’.