L’etichetta indipendente fondata ormai da qualche anno da Markus Staiger non ha la minima intenzione di piegarsi all’emergenza sanitaria in atto e continua a mettere sotto contratto una formazione migliore dell’altra. È il caso di questi ragazzi originari della West Virginia che già avevano brillato con il loro primo capitolo discografico – sponsorizzato a dovere grazie alla presenza di Spencer Sotelo dei Periphery - dedicato alla dimensione più introspettiva del proprio essere. All’epoca però Eli Fry era appena entrato nella band e aveva registrato le sue parti vocali a disco pronto quindi non potendo contribuire in fase di songwriting. Nello specifico invece la componente melodica di ‘Chapter II: Boom’ viene esaltata dall’aggressività di Brandon Casto e dello stesso Eli Fry, supportati dal bassista Michael Olivares che si occupa delle backing vocals, e così l’ibrido tra metalcore puro, djent e post hardcore dei Curses si eleva al di sopra di buona parte della concorrenza, non solo statunitense (‘Almost Heaven’ e ‘Amethyst’ sono potenziali singoli che farebbero comodo ai pilastri del genere in difficoltà creativa). I colori della copertina descrivono a meraviglia un sound moderno e tecnico, nel quale le ultime tendenze vengono seguite in maniera intelligente e senza per forza dovere copiare qualcuno. La velocità esecutiva di certe tracce è impressionante come la carica live che trasmettono ‘The Door In The Wall’ e ‘Follow The Fire’ ma sono probabilmente ‘Wu Wei’ e ‘Breathe’, le più sperimentali in scaletta, a dare la misura maggiore del talento dei ragazzi. Ogni tanto si percepisce quel pizzico di Glassjaw che non guasta affatto e nel complesso i fan di The Contortionist, Sleep Token e The Acacia Strain troveranno il materiale di notevole interesse.