In qualche zona malfamata di New York, questo trio devoto al metal estremo prova indisturbato, a volumi insostenibili, inneggiando alla guerra ed accelerando o decelerando i tempi a seconda del momento. A pochi mesi di distanza da ‘Sacrifice’, questo terzo lavoro in studio segna l’ingresso nel catalogo di 20 Buck Spin e omaggia le migliori cose di Bestial Warlust, Black Witchery e Archgoat. I brani in scaletta sono solo cinque ma bastano eccome per impratichirsi col suono old school del gruppo guidato da M. Rekevics, attivo pure con Vanum, Vorde, Fell Voices e Sleepwalker. ‘Prison Of Sentient Horror’ e ‘Rite Of Binding’ spiccano sul resto del materiale ma è nel complesso, nella botta che l’album rifila all’ingenuo ascoltatore che si avvicina a tale abominio incurante delle conseguenze, che ‘Choir Of Babel’ perpetua i suoi obiettivi malvagi. La durata è giusta, anche perché dubito che sarei riuscito a proseguire ancora, tra schitarrate senza senso ed una batteria che va per conto suo. D’altra parte è proprio questo il bello di certe release underground; la totale incuranza rispetto alla musica mainstream ed un desiderio impellente di spingersi oltre i limiti del death o del black.