Il ritorno degli inglesi è pura manna dal cielo per chi ama le atmosfere alla Dead Can Dance e le sperimentazioni dei Current 93. Il loro nome prende spunto da un film del regista surrealista uis Buñuel, ‘Quell'oscuro oggetto del desiderio’ con una splendida Carole Boquet, e tra il 1987 ed il 1991, un periodo di forti cambiamenti per l’industria musicale, diedero alle stampe gli splendidi ‘The Gift Of Tears’ e ‘Mirror’. Poi del collettivo visionario, cresciuto nella periferia più cupa di Liverpool, si seppe poco o nulla fino a cinque anni fa, quando uscì il coraggioso ‘Beauty Will Save The World’. Adesso le voci suadenti di Jessie Main, Leslie Hampson e Jon Egan tornano ad intrecciarsi non per uno ma addirittura per due album: ‘Songs Of Yearning’, che trattiamo in questa occasione, e ‘Nocturnes’. L’approccio compositivo è multilinguistico, si va dal francese al latino, dallo svedese al russo, e ogni arrangiamento è costruito per aprire gli occhi, fare sognare ma anche spaventare. Rispetto al passato si evincono uno studio approfondito della musica cinematica di Arvo Pärt, una interpretazione personale di tutto ciò che è successo in ambito neo folk nell’ultimo decennio e un tocco alla Sigur Rós che non guasta mai. ‘Ave Maria’ è qualcosa di straordinario, ti penetra il petto e ti senti scaldare dentro come se avessi ingurgitato dell’olio bollente, ma ogni episodio fa parte di una narrazione complessa e merita una concentrazione superiore al normale. La produzione è stata curata da Nick Halliwell, attivo con The Distractions, e ‘Kontaktion’, dedicata a Maria Skobtsova, nobildonna russa, poetessa, suora e membro della Resistenza francese durante il secondo conflitto mondiale, e ‘Belonging/O Nata Lux’ sono altri passaggi che mettono i brividi.