Non è affatto un mistero che i tedeschi mi abbiano entusiasmato ad inizio carriera e poi, via via col passare degli anni, mi abbiano un po’ stufato, tra cambi di cantanti e soluzioni ripetute fino all’ossessione. Solo ‘Trips’, se consideriamo la produzione recente, è riuscito davvero a convincermi. A tratti ho percepito un desiderio quasi maniacale di non volersi far catalogare in alcun modo, volendo proseguire sulla strada del post-rock strumentale e lasciando pochi spazi alla voce, giusto per accontentare qualcuno, che fosse l’etichetta discografica di turno oppure i fan. Che tecnicamente la band sia molto valida non lo scopriamo certo ora e non a caso il successore del noioso ‘Boundless’ è stato registrato interamente durante il lockdown. Il rapporto tra uomo e intelligenza artificiale si accompagna bene a tutta una serie di divagazioni strumentali, a volte vicine al progressive metal, che si mantengono in equilibrio tra passato (‘Voices’ cita in maniera evidente gli Alan Parsons Project e l’assolo di chitarra di ‘Hazard’ è puro David Gilmour) e futuro. In ‘Beyond Your Limits’ troviamo Eric A. Pulverich dei Kyles Tolone, a conferma di quanto detto in precedenza. La scaletta però a questo giro è più varia e la speranza che i Long Distance Calling tornino ai livelli dei primi due lavori in studio è reale.