Questa recensione potrebbe iniziare un po' come “vengono dal Sud dell'Australia, sono brutti e cattivi..”. Così recitavano molti articoli heavy metal degli anni '80 e ancora oggi l'immagine, le copertine, le borchie ed i giacchetti di pelle che si intravedono delle foto promozionali, hanno una valenza fondamentale per tanti fan. Oltre ad averci regalato il magnifico 'Providence' degli Ulthar, 20 Buck Spin promuove il disco con cui i Cauldron Black Ram danno seguito a 'Stalagmire'. In questi sei anni la band aveva solo rilasciato uno split con i Sempiternal Dusk e le presenti dieci tracce danno la misura di quanto sia cresciuto il black metal di Esh, Alim e Ben Newsome, tutti coinvolti pure nei Mournful Congregation. 'Whore To War' ha anticipato l'album online e si tratta sicuramente di un modo rapido per entrare in connessione con 'Slaver'; gli apici della scaletta sono però 'Smoke Pours From The Orifices Of The Crematory Idol', anche solo per il titolo, e la title track, con le loto atmosfere infernali e la ripetizione ossessive delle soluzioni melodiche. A tratti pare di sentire gli islandesi Auðn con una propensione maggiore al doom.