Non conosco la motivazione per la quale l’ibrido tra sludge e stoner del gruppo originario del Missouri sia finito nel ricco catalogo della Season Of Mist, solitamente più rivolto verso il metal estremo e comunque aperto a release sperimentali. Di sicuro il secondo volume del trio, presentato con una copertina evocativa, non colpisce per originalità – oltre al desiderio di assomigliare ai vari Black Tusk, High On Fire e Baroness i riferimenti ai Queens Of The Stone Age, agli ultimi Kyuss ed ai Metallica di ‘Load’ sono evidenti – né per potenza e non trattandosi di un debutto un minimo di riflessione la propone. I pezzi più validi sono senza ombra di dubbio ‘Driven By Hunger’, che introduce la scaletta con un’energia che poi purtroppo scema abbastanza, e ‘Expanse’, costruito su dinamiche vincenti, ma il resto del materiale si rivela piuttosto deludente e Martin Bush non è un cantante in grado di fare la differenza. In chiusura, ‘In The Hall Of The Travellers’ guarda agli anni ‘80 e si caratterizza per l’uso di synth. Forse un’anticipazione di una svolta in termini di songwriting, che dovrà in ogni caso essere più convincente.