In periodi come questi è facile lasciarsi andare ad imprecazioni e gli austriaci ci regalano una colonna sonora perfetta per i momenti più oscuri. Il loro black si è evoluto parecchio in questi anni anche se per addetti ai lavori e fan l’esordio ‘Götterdämmerung (Zorn der Elemente)’ non era ancora stato superato. Di sicuro gli Irdorath ci sono riusciti col successore di ‘Denial Of Creation’ che, partendo dai medesimi risultati in termini di produzione, è caratterizzato da un songwriting nettamente migliore. Le influenze thrash appaiono più evidenti e nel complesso il messaggio decadente dei quattro arriva diretto ed efficace. L’impianto melodico risulta più raffinato e ‘Chains Of Virtue’ apre con vigoria ed epicità una scaletta omogenea, che non deluderà gli appassionati di black europeo. A tratti Markus Leitner, attivo anche con i Nocturne, può ricordare David DiSanto dei Vektor ma in pezzi come ‘Redeemer Of The Heretics’ o ‘The Plague, I Am’ le sue invettive rasentano addirittura l’hardcore.