La scena black metal danese ha compiuto dei progressi notevoli negli ultimi anni, più che altro attorno ai Solbrud di Ole Pedersen Luk ed all’eclettica Myrkur, ma questo disco potrebbe sconvolgere tutto. Un nome che riporta alla mente i Sunn O))) e un’immagine misteriosa accompagnano lo scorrere di sette tracce reminiscenti della vecchia scuola norvegese ma caratterizzate anche da passaggi prog piuttosto tecnici ed atmosfere lugubri. La tensione creata dall’iniziale ‘Tyndere End Hud’ viene mantenuta altissima per tutta la durata del lavoro e, oltre all’influenza palese degli Enslaved, gli (0) sembrano debitori nei confronti di Tool, Amenra e Wolves In The Throne Room. La chitarra è posta in evidenza nel mix mentre la batteria rimane spesso in secondo piano per poi emergere all’improvviso con una serie di esplosioni ritmiche che proclamano la discesa negli abissi. I progressi rispetto all’omonimo mini album di esordio, contenente solo codici numerici e non titoli veri e propri, sono legati soprattutto al cantato, che gioca molto con le frequenze, passando dalla malinconia alla pura agonia, e ben si addice alle escursioni nel drone e nel post-metal di ‘Sjælstjæler’ e ‘Sortfugl’.