Una magnifica copertina impreziosisce una terza fatica sulla lunga distanza che non chiarisce ancora tutte le perplessità relative a quello che sia veramente il sound del gruppo originario della Georgia. Tyler Carter è scatenato ed il suo umore travolge una manciata di pezzi strutturati su influenze nu metal, funk, r&b e metalcore. Ho lasciato metalcore per ultimo perché spesso ‘Beautiful Oblivion’ sfugge alle più comuni catalogazioni del metal e subisce in maniera pesante l’esperienza ed il carisma di Howard Benson, un produttore che in carriera, nel bene e nel male, ha sempre lasciato il segno. L’addio di Michael Bohn non ha provocato troppi sussulti ed alla fine il disco in questione è ciò che sarebbe stato lecito attendersi dopo ‘Headspace’. Può essere che gli Issues abbiamo deciso di proposito di non sbilanciarsi in una direzione piuttosto che un’altra, considerato il loro amore per numerose formazioni che hanno fatto la storia del crossover e la totale instabilità del mercato attuale. Il talento del frontman, a metà tra Oliver Sykes e Justin Timberlake, merita il denaro speso per l’acquisto del cd e pezzi come ‘Tapping Out’ - di cui è appena uscita una versione acustica che vi darà la misura dell’estro dei ragazzi - e ‘Flexin’ segnano una crescita in termini di personalità che però non è diffusa in tutta la scaletta.