Il nuovo album della figlia di Kevin Kline, che suona il pianoforte in ‘With Great Purpose’, è materia pregiata per chi di recente ha amato la musica di Soccer Mommy, Japanese Brekfast o Waxahatchee. In lei non c’è la prosopopea di Angel Olsen, eppure gli arrangiamenti sono cresciuti a dismisura a partire da ‘Zentropy’ e ‘Next Thing’ che l’hanno consacrata nella scena indie-pop internazionale. Ad un anno di distanza dall’uscita di ‘Vessel’, ‘Close It Quietly’ mostra un suono evoluto e tante di quelle idee da riempire tre dischi e non soltanto uno. Al suo fianco c’è sempre una backing band d’eccezione – formata dal batterista Luke Pyenson, dal bassista Alex Bailey e dalla tastierista Lauren Martin – ma è Greta, col suo fare timido e disincantato ma allo stesso tempo deciso a connettersi subito con l’ascoltatore e regalare magie in serie. La copertina realizzata da Eliza Doyle ben descrive l’approccio ludico dell’autrice che prende a sberle il suo pubblico affezionato con ‘Even Though I Knew’ e ‘I’m In It’, cita i Pavement con ‘So Blue’ e cerca la canzone della vita con ‘Cosmic Shop’ e ‘Windows’. Un album che cresce di minuto in minuto, senza improvvise accelerazioni o bruschi rallentamenti, e possiede tutto il necessario per attrarre anche chi è solitamente avvezzo a sonorità più dure.