Tra cinghiali, giacche dimesse e bizzarre presenze femminili (‘Margot’), il vincitore del Premio Tenco, come migliore autore emergente, si è col passare del tempo allontanato dagli albori di ‘La Musica È Un Pretesto’, preferendo un approccio più pop e disincantato, se vogliamo più accessibile. Le influenze di Vinicio Capossela e Paolo Conte restano e sono ben assimilate negli arrangiamenti e nella produzione, che ha visto protagonista Francesco Arcuri (collaboratore di Ludovico Einaudi oltre che dell’autore de ‘La Santissima Dei Naufragati) e ciò si percepisce soprattutto nella seconda parte, più omogenea e organica (‘Confidenza’ e ‘Non So Dire Se Ti Ho Cercata’). Nella prima, tra il cinismo di ‘Siam D’Accordo Sui Poeti’ e pezzi riflessivi e amari quali ‘Cercando Un Posto Al Sole’ e ‘Giorni Che Ho Bevuto’, Vergani prova a fare l’artista a tutto tondo, riuscendoci il più delle volte. Lo spaesamento che si prova una volta inseriti, un po' per volontà ed un po' per forza, in una società poco accogliente, è condivisibile da tutti ed il disincanto suggerito, una buona scusa per estraniarsi e contare sui veri valori. Insomma, in ‘Mi Sono Giusto Allontanato Per Un Attimo’ i testi sono molto importanti. Forse più dei suoni.