Da ennesimo progetto collaterale ad una propria e vera band, il passo appare essere stato breve per i Sons of Apollo che al loro interno annoverano vere e proprie stelle del metal come l’immancabile Mike Portnoy, l’iperattivo Jeff Scott Soto, Bumblefoot (un tempo nei Guns del solo Axl Rose), Billy Sheehan e Derek Sherinian. Rispetto all’esordio del 2017, il gruppo appare decisamente più affiatato e più incline al formato canzone. I pezzi, nonostante qui si parli di giganti del prog metal, non superano i sei minuti, a parte l’opener ‘Goodbye Divinity’ che si apre lenta per poi aumentare di giri con un coro di assoluta qualità, ‘King of Delusion’ e la lunghissima ‘New World Today’ che paga dazio in maniera abbastanza chiara ai Dream Theater. Ci sono momenti di grande intensità come in ‘Asphyxiation’ retta da una velocità di base in cui Soto fa capire, casomai ve ne fosse ancora bisogno, che è uno dei cantanti più versatili degli ultimi venti anni o in ‘Resurrection Day’, classico brano dalle sonorità metal. In un contesto generale in cui tutti danno il loro contributo, risulta sottotono, in quanto mancante degli spunti che ne hanno caratterizzato la sua immensa arte, la prova di Billy Sheehan che sembra essersi limitato a suonare il compitino che gli è stato messo sotto gli occhi dal resto della band. Per il resto ‘MMXX’ è un buon disco che non toglie e non aggiunge nulla in più alla carriera di questi musicisti. Di certo vederli da vivo sarà uno spettacolo di prima qualità e su questo non ci piove, a prescindere se questo lavoro riscontrerà i pareri positivi dei fan.