‘Repression Blossom’ non è un debutto a tutti gli effetti, visto che in versione solista il leader degli Isis aveva già collaborato con Daniel Menche (‘Nox’) e Tashi Dorji (‘Turn! Turn! Turn!’), oltre a registrare la musicassetta ‘Interminale Conniption’, ma senza dubbio segna l’inizio di un’era. Il musicista americano - che ricordiamo pure con Old Man Gloom, Sumac, Mammifer, Lotus Eaters ed a capo della Hydra Head Records – ha esplorato il reame dell’avantgarde metal con citazioni di Kevin Drumm e Caspar Brötzmann ed un senso di gravità opprimente. Registrate assieme a Matt Bayles, le presenti quattro tracce rappresentano uno scoglio arduo da superare ed allo stesso tempo una sfida per l’ascoltatore. In un periodo storico nel quale dominano singoli, video e musica di plastica, un lavoro in studio come questo – impreziosito dall’intrigante artwork della moglie Faith Coloccia – uno studio così intenso sul suono è un regalo di cui avrebbero bisogno in tanti. Rumori sinistri aprono l’album, traducendo a meraviglia il titolo ‘Fear Of Discovery’. Aaron Turner sembra difatti voler svelare qualcosa ma ugualmente ama distribuire, in maniera alquanto sadica e sfrontata, degli ostacoli impervi per non dare riferimenti di nessun tipo a chi si avvicina alla sua opera. ‘The Vanity Of Need’ e ‘Underlying Nature Of Habitual Dishonesty’ gli apici della release.