Non sono al corrente dei motivi per cui Gregor Mackintosh abbia deciso di sciogliere i Vallenfyre e di conseguenza fondato gli Strigoi. Di certo non è mutato altro e la sensazione è che il cambio di nome sia stato un modo per liberarsi del contratto discografico con Century Media. Adesso che l’avventura parallela del chitarrista mancino dei Paradise Lost prosegue con Nuclear Blast, è facile intravedere, tra le ritmiche efferate e le atmosfere oscure, la stessa visione sonora di lavori come ‘Splinters’ o ‘Fear Those Who Fear Him’. Insieme a Mackintosh troviamo sempre il fenomenale batterista Waltteri Väyrynen, capace di sostituire alla grande Adrian Erlandsson e attivo anche negli Abhorrence, ed il bassista Chris Casket, ex Extreme Noise Terror e alla corte di Dani Filth nei Devilment. Una miscela di death, grind e crust che funziona soprattutto per la capacità del trio di rendere estremamente decadente ed oppressivo lo scenario generale. Uno scenario peraltro illustrato a meraviglia da una delle copertine più belle dell’anno. Gli apici in scaletta coincidono con i passaggi in cui gli Strigoi si rifanno in maniera evidente ai primi due album dei Paradise Lost, a dispetto di chi li considera principalmente per la loro fase gothic metal. Una volta smarrita la fede, l’unica risorsa possibile è aggrapparsi ai valori del passato.