Un rinascimento oscuro, nei suoni e nelle liriche, quello proposto dal gruppo belga che ha mantenuto il legame con la scena hardcore da cui è emerso oltre a trovare una cantante eccezionale come Iris Goessens. Al di là della sua bella presenza, è lei a trascinare l’ascoltatore tra breakdown infiniti e stacchi ritmici che richiamano alla mente pionieri come Pantera o Lamb Of God. Rispetto a ‘Stormsleeper’, ‘Renaissance Noire’ sembra un passo avanti in tutto: dal songwriting alla produzione, dal suono di chitarra e batteria all’efficacia delle liriche. Mentre scorrono sullo fondo i paragoni con The Agonist, The Charm The Fury, Unleash The Archers o Evil Drive, l’aggressività degli Spoil Engine si sprigiona soprattutto attraverso i riff terremotanti del membro fondatore Steven “Gaze” Sanders, ex Deformity. Nei suoi assalti si percepisce tuttora il rancore dovuto al casino successo con Roadrunner Records dopo la pubblicazione di ‘Antimatter’ e pezzi come ‘Medicine’ e ‘Venom’ pretendono un posto speciale nelle playlist del genere. Da segnalare il missaggio a cura di Henrik Udd (Bring Me The Horizon, Architects) ed il featuring di Jeff Walker (Carcass) in ‘The Hallow’.