-Core
All Mirrors
Angel Olsen
Jagjaguwar
Pubblicato il 11/10/2019 da Lorenzo Becciani
Songs
1. Lark
2. All Mirrors
3. Too Easy
4. New Love Cassette
5. Spring
6. What It Is
7. Impasse
8. Tonight
9. Summer
10. Endgame
11. Chance
Songs
1. Lark
2. All Mirrors
3. Too Easy
4. New Love Cassette
5. Spring
6. What It Is
7. Impasse
8. Tonight
9. Summer
10. Endgame
11. Chance

L’unico disco che negli ultimi mesi è riuscito a farmi togliere dallo stereo, solo per qualche frazione d’ora s’intende, ‘The Nothing’ dei Korn e ‘Fear Inoculum’ dei Tool’ è il successore di ‘My Woman’. Fare meglio di quell’album non era affatto semplice però la cantautrice originaria di St. Louis è ormai abbastanza esperta da non compiere passi avventati e il suo ritorno è più trionfale e dark che mai. ‘All Mirrors’ narra di vulnerabilità, riflette la conoscenza del proprio lato oscuro e la capacità di tornare ad amare, dopo un profondo cambiamento interiore. Sharon Van Etten, Weyes Blood, la strepitosa Chelsea Wolfe, anche lei appena tornata sul mercato con ‘Birth Of Violence’, e Daughter hanno elevato gli standard qualitativi del genere negli ultimi tempi e la Olsen ha deciso quindi di stravolgere il suo approccio, registrandole prima in versione minimale, assieme a Michael Harris, e poi con un’orchestra di quattordici elementi, sotto la supervisione di John Congleton (Joanna Newsom, Anna Calvi). Tale scelta farebbe pensare ad un ritorno all’esperienza sonora di ‘Burn Your Fire For No Witness’, dopo aver sperimentato un cambiamento con Justin Raisen, ma al contrario siamo al cospetto di un lavoro in studio proiettato in una dimensione futura e raggiante di malinconia. Gli specchi nei quali ci imbattiamo nel quotidiano, ben descritti da Ashley Connor nel catartico video della title track, si traducono in synth irresistibili e bassi voluminosi che introducono linee vocali sognanti e arrangiamenti dal grande potere cinematico, su cui ha messo mano pure Jherek Bischoff. Addirittura qualcuno di voi potrà trovare riferimenti a Julie Byrne e Japanese Breakfast, altri ancora a Lana Del Rey (ben tinta di nero per carità), ma è proprio in questa accessibilità, a dispetto di un’atmosfera generale oppressiva e decadente, che ‘All Mirrors’ diviene uno strumento imprescindibile per comprendere in quale direzione si sta muovendo il folk rock moderno. La sua è una voce che ha pochi eguali e, per riuscire a trascinare così l’ascoltatore negli abissi, la signorina che ha stregato Bonnie ‘Prince’ Billy e l’etichetta tra gli altri di Bon Iver e Unknown Mortal Orchestra deve essere davvero speciale.

Angel Olsen
From USA

Discography
Half Way Home (2012)
Burn Your Fire for No Witness (2014)
My Woman (2016)
All Mirrors (2019)