Non ama le lettere attaccate, non ama gli spazi confinati e più che altro non ama scopiazzare troppo gli altri artisti come fanno un po' tutti nel nostro Paese. È un grande performer e dopo averlo visto all’opera, la rilettura improvvisata di ‘Hyperballad’ di Björk assieme a Phomea rimarrà nella storia di Serravalle Rock, mi sono portato questo mini in vacanza per analizzarlo bene e scovare qualche sfumatura in più che al primo ascolto poteva essere sfuggita. L’artista genovese lo ha registrato in Val D’Aosta, ponendo grande attenzione ai dettagli ma lasciando altresì che la musica fluisse in maniera costante e solenne, come si suol fare in ambito post rock. Il suo approccio cantautoriale ed una voce che rimanda ad esperienze nordiche scostano ben presto le coperte e qualsiasi forma di protezione; in questo modo viene raggiunta una connessione forte con l’ascoltatore e, tra sogni e realtà, luci sgargianti e colori tenui, pezzi come ‘City Of Silences’ e ‘Among The Clouds’ non si pongono alcun limite. Avant-folk di classe, materia ludica per chi ama Bon Iver e Ásgeir, qualche beat minimale alla James Blake ma soprattutto tanta personalità.