C’è stato un periodo in cui a sentire Max Cavalera, nativo di Belo Horizonte ma residente a Phoenix dai primi anni ‘90, i Sacred Reich erano il più grande gruppo thrash di sempre. Di sicuro il loro stile era molto più oscuro rispetto alla concorrenza. Lo split con gli Iron Reagan, uscito ad Aprile, è servito per alimentare l’attesa di uno dei ritorni discografici più importanti dell’anno. A ventitrè anni da ‘Heal’, la band dell’Arizona sforna un nuovo lavoro in studio per la label fondata da Brian Slagel, che pubblicò l’esordio dopo aver incluso ‘Ignorance’ nell’ottavo volume della storica compilation ‘Metal Massacre’. Oltre a Phil Rind, per un periodo pure nei Flotsam And Jetsam, e Wiley Arnett, dietro le pelli troviamo l’ex-Machine Head Dave McClain, autore di una prova maiuscola, mentre come secondo chitarrista è stato arruolato il semi-sconosciuto Joey Radziwill (ex-Warhead). Il risultato è una manciata di pezzi cupi ed aggressivi, ricchi di groove, prodotti in maniera grezza e organica da Arthur Rizk, già artefice del suono di Power Trip e Cavalera Conspiracy. Un album che scalcia e non ammette compromessi, in grado di omaggiare il passato ed annientare le revival band.