Un salto al cuore questo mini di esordio di quattro ragazzi – pubblicato dalla Fabrika Records di Kælan Mikla e Lebanon Hanover - che spuntano fuori da un piccolo paese a Nord di Stoccolma e fondono il post-punk di inizio anni ‘80, un’immagine oscura ed una voce fantastica che rimanda a quelle di Matthew Bellamy dei Muse, Brian Molko dei Placebo e Paul Bee Hampshire dei Getting The Fear. Parecchio ruota attorno a Axel Mårdberg ed alla sua figura androgina, evidenziata alla grande dal video di ‘Oath’. Il basso pare uscire da un disco dei Joy Division, la batteria non è invadente ma è comunque in primo piano e tracce come ‘Warfare’ e ‘Safety’ hanno la capacità di fissarsi subito in testa. Il materiale è ancora troppo poco per stipulare un giudizio esaustivo ma di sicuro gli Isolated Youth sono una delle rivelazioni dell’anno in corso ed in futuro non potranno che crescere. ‘Gold Lane’ e ‘Seasons’ chiudono le danze lasciandoci sudati e irritati, per il tempo in ogni caso troppo lungo che dovremo aspettare per ascoltare le loro nuove canzoni.