Un album autoprodotto tra Padova ed i celebri Abbey Road Studios di Londra, assieme a Christopher Bacco, per compiere un passo alla volta verso la completa maturità artistica. L’inno alla vita dell’ex Malfunk è così inteso e si dipana per tredici movimenti. L’unica influenza evidente è quella dei Pearl Jam poi ci imbattiamo in riferimenti alla musica folk rock americana ma anche al cantautorato di casa nostra. Il numero esteso delle collaborazioni (Federico Poggipollini, Donald Renda, Roberto Dell’era, Durga McBroom..) lascia intendere la scelta di affidarsi ad altri musicisti per elevare i pezzi su un livello superiore ma ‘Love Songs’, ‘White Quite Place’, ‘Psychology’ e ancora ‘Blue Boy’ trasudano una personalità fuori dal comune ed un songwriting intimo. In fase di presentazione ‘Steps’ è stato definito un percorso di cinque anni ma, scorrendo la scaletta, si ha la netta impressione che alcuni pezzi scavino ancora più indietro nel tempo. ‘Good Day’ e ‘Disappeared’ sono altri due apici di un lavoro intenso ed eterogeneo che va ascoltato a fondo, per cogliere le molteplici sfumature.