-Core
A Broken Heart Is An Open Heart
Louise Lemón
Icons Creating Evil Art
Pubblicato il 03/06/2019 da Lorenzo Becciani
Songs
1. Sunlight
2. Montaña
3. Not Enough
4. Blurry Vision
5. Swimming in Sadness
6. Susceptible soul
7. Cross
8. Honest Heart
9. Almond Milk
10. A Broken Heart is an Open Heart

Live at Vega, Copenhagen (December 2018)
1. Appalacherna
2. Not Enough
3. 178
4. Thirst
5. Cross
6. Montaña
Songs
1. Sunlight
2. Montaña
3. Not Enough
4. Blurry Vision
5. Swimming in Sadness
6. Susceptible soul
7. Cross
8. Honest Heart
9. Almond Milk
10. A Broken Heart is an Open Heart

Live at Vega, Copenhagen (December 2018)
1. Appalacherna
2. Not Enough
3. 178
4. Thirst
5. Cross
6. Montaña

Già con ‘Purge’, l’artista svedese aveva sollecitato i miei ormoni ma questi dieci pezzi mi hanno letteralmente mandato fuori di testa. Nemmeno il tempo di godere delle deliziose fattezze di Malin Louise Lemón Gadeborg che ‘Sunlight’ e ‘Montaña’ prendono possesso dello stereo con i loro tagli ‘anni 60 e ‘70, le invettive psichedeliche e soul ma soprattutto una produzione spettacolare. Randall Dunn – che ricordiamo per le collaborazioni con Sunn O))), Myrkur, Chelsea Wolfe, Sabbath Assembly e John Zorn – è stato molto pratico, ha preso la materia dark ambient del debutto e l’ha modellata in maniera che la voce raggiungesse allo stesso tempo abissi e vette solari. In attesa dell’esordio solista di Rosalie Cunningham dei Purson, ‘A Broken Heart Is An Open Heart’ non è solo un concept mirabile ma un album capace di ammaliare e spaventare, coinvolgere l’ascoltatore, ipnotizzarlo e poi gettarlo via. ‘Susceptible Soul’ è il blues con cui affrontare la torrida estate che ci attende, ‘Honest Heart’ la riflessione più intima in carriera mentre ‘Not Enough’ e ‘Cross’ chiariscono al di là di qualsiasi dubbio le qualità vocali di una Death Gospel Queen dalla classe innata; un angelo sceso in terra per regalarci il suo immaginario vintage e glorificare la musica meno celestiale che ci sia. Un cuore infranto, un paradiso che non corrisponde alle aspettative, capelli che si sciolgono al vento e suoni capaci di riportarci indietro nel tempo, di generazione in generazione. Amplificatori e microfoni in disuso hanno contribuito a trasmettere fascino ad una produzione organica in totale controtendenza con quanto esce sul mercato, comprese le operazioni di revival, che ha preso forma tra Copenhagen e New York. ‘Blurry Vision’ avrebbe potuto benissimo essere sulla colonna sonora di Lost Highways di David Lynch – per chi ha scarsa memoria contenente pezzi epici di Angelo Badalamenti, David Bowie, Rammstein e Nine Inch Nails – e ‘Swimming In Sadness’ avvicina, in maniera mortale, il destino con cui ognuno di noi deve fare i conti. Di sicuro farlo con queste note in sottofondo sarà meno doloroso. Se poi vi eccitano i threesome mettete sul piatto ‘Ruins’ delle First Aid Kit e sarete totalmente appagati.

Louise Lemón
From Svezia

Discography
Purge - 2018
A Broken Heart is an Open Heart - 2019
Lifetime Of Tears - 2024