Non solo siamo al cospetto del migliore lavoro in studio dei capitolini ma in assoluto del migliore album pubblicato da Scarlet Records in tanti anni di onorata carriera. Un premio all’impegno ed alla professionalità mostrata in tutto questo tempo da Cristiano Borchi ed un momento di svolta per la scena italiana che, per una volta, può fissare con fierezza l’orizzonte senza il timore del paragone con l’estero. Dal truce black degli esordi, gli Stormlord hanno esteso il loro spettro abbracciando generi come symphonic, power e epic metal oltre a non disdegnare contaminazioni con thrash e death. Questo ha fatto sì che la proposta si facesse sempre più ambiziosa e ardita senza però smarrire la visione iniziale. ‘Far’ è il perfetto successore di ‘Hesperia’, il quinto full lenght uscito per Trollzorn, e abbina un impianto lirico storico-filosofico (curato in maniera meticolosa dal bassista Francesco Bucci) con parti strumentale parecchio tecniche ed evocative. La marziale ‘Leviathan’ inaugura la schialetta puntando forte sul drummin’ di David Folchitto (Fleshgod Apocalypse) e sull’alternanza di scream e growl tra il leader e Giuseppe Orlando (The Foreshadowing), che si è occupato della produzione assieme a Riccardo Studer. ‘Mediterranea’ e la title track introducono invece una serie di atmosfere e fondali sonori, anticipati dalla copertina di Gyula Havancsak, e alcuni retaggi di capitoli del passato (su tutti ‘At The Gates Of Utopia’ e ‘The Gorgon Cult’). Le chitarre di Gianpaolo Caprino e Andrea Angelini non cadono mai in virtuosismi fino a sé stessi ed il frontman si esalta in ‘Cimmeria’ e ‘Vacuna’. Un ascolto che procede solenne e indenne da cadute di stile per tutti i cinquanta minuti.