Un progetto audiovisivo che parte da Berlino, risiede a Prato e sa tanto di Reykjavík quello che giunge al debutto con sette tracce solenni e delicate che spezzano ogni vincolo temporale. È impossibile infatti collocare Francesco “Monoki” Perrotta e Serena “Hamaranta” Lombardi in un periodo artistico specifico perché se è vero che l’utilizzo dell’elettronica, a servizio di un post-rock di respiro melodico, avviene attraverso un approccio moderno e tecnologico, allo stesso modo il songwriting scava nel passato e prepara l’ascoltatore ad un lento processo di cambiamento, appunto ‘Crisalide’, in cui dovrà necessariamente arrivare a conti con la propria interiorità ma anche mettersi in gioco e confrontarsi con altri. Il disco è stato registrato in presa diretta, evitando qualsiasi tipo di alterazione, ed il suo pregio maggiore è quello di mettere a proprio agio con referenze conosciute – su tutte Ólafur Arnalds e Moderat ma anche Rival Consoles, i Sigur Rós di ‘Valtari’ e per rimanere in Italia i Port-Royal – per poi rendere le trame strumentali improvvisamente oscure e viscerali. Da tali spigoli, l’inizio di ‘Quiete’ e l’incredibile flusso di coscienza che unisce ‘Frammenti e ‘Fili Sospesi’, si percepisce un’attitudine live che, valutata pure la scelta del duo di esibirsi in località singolari, trasmette un forte desiderio di vedere i pezzi trasportati in sede live. “La gratitudine è la memoria del cuore” si legge nella prima pagina del libretto di questa autoproduzione e ‘Oltre’ apre ad un futuro ricco di sperimentazioni che si annuncia alquanto interessante.