La matematica a servizio dell’improvvisazione jazz. La collaborazione tra Ken Vandermark, sassofonista e clarinettista in centinaia di formazioni, e Paal Nilssen-Love, batterista attivo di recente con Peter Brötzmann e Otomo Yoshihide, si rinnova per una performance elettrizzante che in apparenza sembra suddivisa in studio, con cinismo unico, in ventuno parti uguali. Assieme al produttore Lasse Marhaug sono stati recuperati clip da internet, estratti live e documentazioni non ufficiali che hanno subito dei tagli chirurgici e in seguito sono stati riassemblati per dare un senso organico e logico alla proposta. Un processo che trascende il concetto di free jazz, gioca con i social network e l’urgenza di misurarsi con i media, oltre ad evidenziare il profilo tecnico di questi due straordinari musicisti. Il consiglio è quello di godere di ‘Screen Off’ indipendentemente dal fatto che siate appassionati di jazz oppure no, perché in questo disco troverete spunti di riflessione che né il metal né il rock sapranno mai darvi.