Dopo essermi sorbito le sperimentazioni di Justin Vernon e Aaron Dessner nei Big Red Machine, ascoltare il nuovo album del duo electrofolk di Boston è come immergersi di nuovo nei primi lavori targati Bon Iver e Mumford & Sons e riscoprire un’energia ed un trasporto emotivo che manca in tanti dischi di oggi. Il successore di ‘Neptune’ non è soltanto la release più ambiziosa del violoncellista Paul Wright e del chitarrista Tim Harrington ma anche una produzione raffinata e moderna, capace di attrarre le nuove generazioni come fasce di pubblico più datate e di conseguenza moltiplicare la presenza ai loro avvincenti live show. Rispetto al passato, ‘Pretty Colors For Your Actions’ è un disco che vive di luce propria, che appare compatto e ricco di sfumature ma che allo stesso tempo potrà essere stravolto a piacimento in tour. Tra i quattro singoli che hanno anticipato l’uscita spiccano senza dubbio ‘Not Like It Was’ e ‘Midnight Oil’, guarda caso poste ad inizio scaletta, ma tra delicate ballate folk e pezzi synth pop in grado di scatenare le folle, la scaletta scorre piacevole e priva di cali di tensione. Ottima la produzione di Oliver Hill e Steve Wall e intriganti ‘White Frost’ e ‘Oslo’ che sembrano rivendicare la passione per i paesaggi nordici e le temperature più rigide.