Tutti gli anni per le feste, che siano estive o invernali, mi è lieto consigliarvi un ascolto privilegiato e stavolta l’opportunità è quella di parlarvi di una band death metal belga che finora aveva dato alle stampe solo un EP (‘Cemetery Of The Insane’) ed un album dal vivo (‘Live At Akasuka Deathfest Tokyo, Japan’). Già il fatto che ‘Chapel Of Abhorrence’, gran bel titolo che molto ha inciso sulla mia scelta, esca per Season Of Mist è una garanzia così come il tocco finale, la masterizzazione, di Dan Swanö (Edge Of Sanity, Bloodbath) ma le presenti undici tracce, registrate dal bassista Yarne Heylen e dal chitarrista Bert Vervoort, sono la dimostrazione di come si possa coniugare i vecchi valori della musica estrema con un impatto ed un approccio assolutamente moderni. La copertina di Juanjo Castellano ben descrive le atmosfere in cui vi imbatterete a partire da ‘The Whisperer’ e lo stile gutturale di Simon Duson saprà riportarvi indietro nel tempo, agli albori del genere. Produzione e mixaggio non se ne sono però sbattuti della tecnologia o di tutto quello che è successo negli ultimi trent’anni e ciò distingue ‘Chapel Of Abhorrence’ da decine di dischi, uguali e noiosi, provenienti soprattutto dagli States, dove se non hai un certo tipo di suono non vieni preso in considerazione dalle etichette e dai management. La title track, ‘Disciples Of Bloodlust’ e l’accoppiata ‘Sermon Of The Dead/Fahmoless Depths’ vi faranno ugualmente patire il caldo. Ma non quello del sole che vi sta bruciando in questo momento.