Dopo il riscontro ottenuto da ‘Catacombs’, tre anni fa inserito dall’influente Kerrang! nella classifica dei migliori album, gli inglesi hanno cercato di smussare qualche spigolo e rendere il proprio horror punk metal ancora più vincente e equilibrato. Il titolo fa riferimento ai Coal Chamber ma nel full lenght in questione troverete anche referenze a The Defiled, Deathstars, Murderdolls e Wednesday 13, il guitar work di razza di Ste Mahoney e Symon Strange, che si occupa anche dei synth, e tratti gotici ben definiti. Rispetto al passato i pezzi risultano più strutturati e arrangiati in maniera da funzionare dal vivo e potere essere trasmessi dalle radio alternative. Kurt Blackshard si sbatte fin da ‘Bloodlines’ per trovare una connessione forte con l’ascoltatore. ‘Killers’ e ‘Play Hell’ sono forse le tracce in cui ciò avviene maggiormente ma l’intera scaletta mette in luce una maturità compositiva rara da trovare in circolazione, soprattutto in uno scenario come quello britannico che in termini metal ha saputo dire ben poco di recente. L’aggressività di ‘Last Stand’ e l’epica chiusura di ‘From Beyond’ rappresentano altri highlights di “giornate scure” da vivere intensamente.